Perché iscriversi alla SSST? Risponde Daniele, laureato in Fisica nel 2018
Daniele Proverbio, 25 anni
Laureato in Fisica dei sistemi complessi nel dicembre 2018
Oggi è dottorando in Systems Biology presso il Luxembourg Center for Systems Biomedicine
“La Scuola allena l’elasticità mentale, è una palestra. Insegna a pensare criticamente e a riconoscere che la propria disciplina è un pezzo di un sistema sociale molto grande in cui tanti hanno da dire la loro. Mi ha obbligato a scendere dalla torre d’avorio della Scienza e comprendere l’inestimabile contributo delle interazioni sociali, delle convenzioni. Cosa che adesso reputo un insegnamento d’oro, dato che la ricerca è composta da pochi calcoli e molte interpretazioni”.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a frequentare la Scuola?
La possibilità concreta di fare e studiare qualcosa d’altro, uscire dal mio orticello fatto di formule e “sporcarmi le mani” con l’attualità, la sociologia, lo studio dei processi decisionali. Sono sempre stato una persona affamata di imparare cose nuove, e la Scuola sembrava il posto per me.
Hai usufruito del posto in collegio? Se sì, che vantaggi ne hai avuto
Ho usufruito per tutti i 5 anni del posto in collegio (sia EDISU che Einaudi), ed è stata un’esperienza senza prezzo. Ovviamente aiuta ad ottenere indipendenza e vivere nel centro di Torino, risparmiando tempo ed energie per raggiungere le facoltà. Ma, soprattutto, il capitale di conoscenze, chiacchierate all’una di notte e complicità che ho raggranellato, ecco, quello ha davvero fatto la differenza.
Quale valore aggiunto ti ha dato aver frequentato la Scuola, in termini di formazione e dal punto di vista delle opportunità lavorative?
Ne elenco tre: l’autonomia, il network di persone, l’allenamento al diverso.
L’autonomia è, da un lato, minore dipendenza (anche economica) dalla famiglia: questo fa crescere e aiuta ad avere meno inibizioni. Dall’altro, è lo stimolo a provare, a organizzare eventi, a dialogare con i professori. La rete di conoscenze e amicizie è il centone che si porta nel portafoglio: non lo spendi sempre né a cuor leggero, ma quando sei a secco sai che c’è. Per incontrarsi a caso a Pisa dopo una Summer School o per continuare a lavorare con gente di cui fidarsi.
L’allenamento al diverso riassume: uscire dalla confort zone, ragionare lateralmente, dialogare con altre persone di altre discipline, altre idee, altri credo. Hanno qualcosa da dire anche loro e a volte – a volte – hanno ragione.
Che cosa ti ha insegnato la Scuola?
La Scuola non è un posto professionalizzante. Non si ottiene una seconda laurea in scienze politiche, per esempio. La Scuola allena l’elasticità mentale, è una palestra. Insegna a pensare criticamente e a riconoscere che la propria disciplina è un pezzo di un sistema sociale molto grande in cui tanti hanno da dire la loro. Mi ha obbligato a scendere dalla torre d’avorio della Scienza e comprendere l’inestimabile contributo delle interazioni sociali, delle convenzioni. Cosa che adesso reputo un insegnamento d’oro, dato che la ricerca è composta da pochi calcoli e molte interpretazioni.