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Perché l’Italia non cresce?

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Anno accademico 2010/2011

Docenti
Pietro Garibaldi (Titolare del corso)
Francesco Reviglio Della Veneria (Titolare del corso)
Filippo Taddei (Titolare del corso)
Mario Pagliero (Titolare del corso)
Giovanni Mastrobuoni (Titolare del corso)
Corso di studi
Governo e scienze umane
Anno
4° anno
Tipologia
Obbligatorio
Crediti/Valenza
5
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Sommario insegnamento

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Obiettivi formativi

Struttura del corso:

Corso nella Classe di scienze umane rivolto agli studenti del quarto anno: 5 CFU, totale di 40 ore di didattica, divise in 2 moduli di 20 ore.

Obiettivi del corso:

Questo corso si propone di approfondire le determinanti della bassa crescita economica del Paese, in una prima parte se vi sono responsabilità nell’elevato debito pubblico e nelle inefficienze nel fisco e nella spesa pubblica e in una seconda parte di definire le responsabilità della bassa produttività. Il corso vuole indicare quali sono le riforme necessarie per fare ripartire la crescita, quelle che riguardano la finanza pubblica dirette ad eliminare le ampie inefficienze del fisco e della spesa pubblica e quelle che senza costo per l’erario che possono rimuovere i vincoli che bloccano la produttività. Nella seconda parte il corso offre un’analisi di alcuni dei principali problemi strutturali dell’economia italiana concentrandosi su quattro temi fondamentali che sono esemplari delle odierne difficoltà del nostro modello di sviluppo. Lavoro, credito, libere professioni e crimine sono presentate come quattro immagini diverse ma coerenti di un paese in difficoltà a rinnovare il proprio modello e individuare una nuova missione produttiva, mentre viene attraversato dalla più grave crisi economica che i paesi sviluppati abbiano conosciuto dopo la seconda guerra mondiale.

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Programma

1° modulo:  Introduzione

Docente: Prof. Franco Reviglio, (20 ore)

L’elevato debito pubblico riduce la crescita 

L’elevato debito pubblico dell’Italia contribuisce a spiegare la minore crescita rispetto alla media europea nell’ultimo decennio.

Il rischio Italia determinato dall’elevato debito pubblico è compensato dal un minor debito delle famiglie e delle imprese. Per contrastare la crisi, nei paesi industriali è aumentato il debito pubblico, non in Italia.

Per ridurre il debito ed aumentare la produttività: le riforme della spesa pubblica.

L’attuale livello e composizione delle entrate e delle spese.

L’eliminazione delle inefficienze della spesa pubblica per ridurre il debito.

L’eliminazione delle inefficienze della spesa pubblica attraverso le riforme.

Le riforme della spesa dipendono dal modello di sistema politico.

Le riforme del fisco 

L’evasione e l’erosione sono elevate.

Dalle dichiarazioni dei redditi risulta un paese di poveri L’azione contro l’evasione è ancora insufficiente, anche se alcuni passi avanti si sono registrati nell’ultimo triennio

Il contrasto all’evasione con gli studi di settore.

Sulla bassa crescita influisce negativamente l’elevata pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro.

Quali riforme fiscali?

Per tornare a crescere occorrono anche altre riforme

La manovra per il biennio 2011-12.

Il federalismo fiscale: un’occasione da non perdere.

Per ridurre il debito è necessario anche il riavvio delle privatizzazioni.

Aumentare la produttività con le riforme che non costano allo Stato.

Conclusioni

2° modulo : Prof. Pietro Garibaldi, 20 ore)

Il mercato del lavoro

Docente: Prof. Pietro Garibaldi (5 Ore)

Il mercato del lavoro è il primo problema strutturale dell’economia italiana. Negli ultimi 10 anni l’Italia è riuscita a creare quasi quattro milioni di posti di lavoro.  La maggior parte di questi posti di lavoro e’ a tempo determinato o in altre forme di lavoro poco stabile.   Come in parte previsto, questi posti di lavoro sono risultati decisamente fragili di fronte alla grande recessione del 2009 e del 2010.  Esistono diverse possibilità per superare queste debolezze strutturali. Alcune di queste proposte sono già ben conosciute alla politica economica.

Il mercato del credito

Docente: Prof. Filippo Taddei ( 5 Ore)

Perché è necessario il credito per cambiare l’economia e tornare a crescere in Italia? In un sistema economico atomizzato e globalizzato, riallocare risorse diventa ancor più cruciale che in passato e il mercato del credito assume un ruolo da protagonista. La finanziarizzazione dell’economia diventa il mezzo necessario al sistema economico per gestire il cambiamento. Un mezzo che ci rende però vulnerabili a nuovi fenomeni e trasformazioni economiche. La gravissima crisi economica che stiamo vivendo rende improcrastinabile l’analisi di queste vulnerabilità e la riflessione su come gestire il necessario indebitamento.

Il mercato delle professioni

Docente: Prof. Mario Pagliero (5 Ore)

Perché è importante la regolamentazione delle professioni? Partendo da una descrizione dei possibili effetti della regolazione nel contesto della letteratura economica sul tema, si discutono poi alcuni casi specifici di regolamentazione in Italia e all’estero, con particolare attenzione al mercato della professione forense.

Un’analisi economica del crimine

Docente: Prof. Giovanni Mastrobuoni ( 5 Ore)

Di cosa si occupa l’economia del crimine? Utilizziamo la teoria economica dei comportamenti criminali per condurre un'analisi empirica della realtà criminale italiana. Ci occupiamo con particolare attenzione di analizzare alcuni aspetti: la deterrenza, la dimensione ottimale delle carceri, l'utilizzo ottimale dei sistemi di prevenzione e di lotta alla criminalità.

Testi consigliati e bibliografia

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Indicazioni bibliografiche

Per la prima parte: Franco Reviglio, Goodbye Keynes? Ridurre il debito per crescere, Guerini, Torino 2010

 



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    Ultimo aggiornamento: 03/08/2011 11:04
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