Perché iscriversi alla SSST - Intervista a Simone Belladonna, laureato SSST a fine 2012
Perché iscriversi alla SSST?
Lo abbiamo chiesto a Simone Belladonna, laureato SSST a fine 2012, oggi lavora a Dublino, in un'importante multinazionale.
“In un mercato del lavoro come quello di oggi, in cui nessuno più si aspetta di lavorare per 40 anni nella stessa azienda, bisogna esser pronti a cambiare, quindi sempre aggiornati. L’impostazione multidisciplinare della Scuola ritengo vada proprio in questa direzione”.
Prima di tutto che laurea hai conseguito e che cosa fai ora
Mi sono laureato in Scienze Internazionali in quello che qualche anno fa si chiamava percorso in Studi Europei. Come tale dovrei essere a Bruxelles seduto accanto ai funzionari delle istituzioni europee; invece sono a Dublino e lavoro per una tech company, occupandomi non esattamente di quello per cui ho studiato. Ecco perché, invece, continuo ad occuparmi della mia passione di “Europae” una rivista di affari europei fondata un paio d’ani fa con altri ragazzi della SSST e non solo. Mi sono anche improvvisato scrittore e la prossima primavera uscirà il mio saggio storico sull’utilizzo dei gas nella guerra d’Etiopia.
Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a frequentare la Scuola?
Sono entrato nella SSST solo il quarto anno, semplicemente perché quando mi sono immatricolato non esisteva. Se no sarei stato ben felice di frequentare tutti e cinque gli anni di un percorso accademico pensato in modo molto diverso rispetto a quelli universitari tradizionali. Alla Scuola si approfondiscono temi che mai probabilmente uno nella vita penserebbe di sfiorare. Gli orizzonti si aprono e un laureato in studi europei si ritrova felicemente catapultato nel quartier generale di Google. Questo è il grande vantaggio ed ecco perché mi sono imbarcato alla SSST.
Hai usufruito del posto in collegio? Se sì, che vantaggi ne hai avuto
Si, ed è un altro grande motivo per il quale sono contento di essere entrato alla SSST. Vivere in collegio con ragazzi di ogni parte d’Italia (qualcuno anche del mondo) è un’esperienza fondamentale nei propri anni da universitario. Aldilà del fatto che essere a pochi passi dalle aule di lezione ti permette di avere molto più tempo libero per i propri interessi e tuffarsi nella vita culurale (e, soprattutto, notturna) di Torino, stare in collegio è un po’ come essere in una famiglia di 30 e più persone. Giusto ieri i ragazzi del mio ex piano mi hanno chiamato su Skype, con loro ho fatto feste e serate indimenticabili: studiare così è sicuramente più facile.
Quale valore aggiunto ti ha dato aver frequentato la Scuola, in termini di formazione e dal punto di vista delle opportunità lavorative
Direi che il valore aggiunto maggiore è stato avere la possibilità di conoscere ragazzi veramente in gamba, coi migliori risultati delle loro rispettive classi. Devo dire che la presenza di studenti veramente d’eccellenza era molto stimolante. Allo stesso modo ho apprezzato la qualità dei docenti, chiamati a parlare di argomenti nei quali si erano lungamente specializzati e in grado di fornire quell’approfondimento che a volte manca nei normali corsi universitari. Tutto ciò non può che riflettersi nell’attitudine alla ricerca di un lavoro dopo gli studi: in un mercato del lavoro come quello di oggi in cui nessuno più si aspetta di lavorare per 40 anni nella stessa azienda bisogna esser pronti a cambiare, quindi sempre aggiornati. L’impostazione multidisciplinare della Scuola ritengo vada proprio in questa direzione.
Che cosa ti ha insegnato la Scuola?
Che un problema può essere affrontato da vari punti di vista, ma questo è anche l’unico modo per risolverlo.