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Perché iscriversi alla SSST - Intervista a Elena Ferrero, studentessa di Scienze degli alimenti e della nutrizione umana

Pubblicato: Mercoledì 24 maggio 2017

upload_elena_ferrero.jpg«La Scuola mi ha insegnato ad addentrarmi in materie estremamente lontane dal mio ambito, con l’umiltà di non avere chiaro tutto, ma la consapevolezza che una mente estranea alla materia - ma curiosa - può dare una chiave di lettura nuova con cui affrontare le questioni più complesse. Se non avessi frequentato il corso di Calcolo simbolico, mai mi sarebbe venuto in mente di utilizzare un complesso programma di calcolo matematico per trovare applicazioni nella terapia dei pazienti diabetici».

Prima di tutto che corso di studio frequenti
Ho conseguito la Laurea Triennale in Dietistica e ora frequento l’ultimo anno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione Umana.

Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a frequentare/scegliere la Scuola?
Nella mia famiglia nessuno è laureato e probabilmente non ero destinata a diventarlo nemmeno io. Quando dissi ai miei genitori che avrei voluto continuare a studiare, decisi che avrei fatto di tutto per non pesare sulle loro spalle, l’obiettivo era pagarmi l’istruzione da sola. Quindi, ammetto che inizialmente ciò che mi spinse a iscrivermi al test d’ammissione era una superficialissima motivazione economica. Non avevo idea della ricchezza (e questa volta non parlo in termini materiali) che questa scelta mi avrebbe portato.

Usufruisci del posto in collegio? Se sì, che vantaggi ne trai (non solo in termini economici)
Da ormai cinque anni vivo nella Residenza universitaria Cavour – EDISU. Se non avessi avuto la possibilità di risiedere stabilmente in un collegio, credo che la mia vita universitaria sarebbe stata completamente diversa, di certo non l’esperienza totalizzante che poi è stata. Provengo da un piccolo paese di provincia e per me arrivare a Torino è stato come cambiare improvvisamente mondo. Evitare di fare la pendolare mi ha regalato una delle cose più preziose per uno studente: tempo. Tempo da dedicare allo studio, agli interessi, ma soprattutto alle persone (e vivere in un collegio porta a conoscere in poco tempo le persone più profondamente di quanto si possa immaginare).

Quale valore aggiunto ti dà frequentare la Scuola?
Che cosa ti aspetti, anche dal punto vista delle opportunità lavorative?
Avendo orari piuttosto duri, la cosa più difficile con cui ho dovuto fare i conti per frequentare la Scuola è stata la pianificazione del tempo: questo mi ha costretto a sviluppare maggiore efficienza e organizzazione, due capacità che credo mi saranno preziose in ambito professionale. Forse ancor più utile dal punto di vista delle opportunità lavorative sarà aver approfondito materie apparentemente lontanissime dal mio ambito, che mi sono sforzata di applicare a ogni aspetto della mia disciplina. Tanto per fare un esempio, se non avessi frequentato il corso di Calcolo simbolico, mai mi sarebbe venuto in mente di utilizzare un complesso programma di calcolo matematico per trovare applicazioni nella terapia dei pazienti diabetici.

Nonostante la Scuola ponga dei vincoli, ti ha permesso comunque di raggiungere i tuoi obiettivi?
Sì, e un evento in particolare mi permette di spiegarne il perché. Al mio terzo anno mi venne chiesto, come da routine, di comunicare la mia intenzione di proseguire o meno la Scuola. La questione era per me, però, complicata, poiché il mio Corso di Laurea non prevedeva una prosecuzione dopo la Laurea triennale e, per partecipare al test d’ammissione al Corso di Laurea Magistrale che frequento ora, avrei dovuto “perdere” un anno, a causa di questioni burocratiche a cui fino a quel momento nessuno aveva pensato. La paura di perdere tutto ciò che avevo ottenuto – compresa la convivenza in collegio con quelli che erano diventati non solo compagni, ma anche amici – mi spinse a lottare per porre fine a intoppi burocratici che perduravano da anni e che allora sembravano tanto ingiusti, quanto insormontabili. La Scuola è stata la motivazione che mi ha infuso coraggio per perseverare in una lotta che ha permesso non solo a me, ma anche agli studenti venuti dopo - ed è questo in particolare che mi rende orgogliosa - di proseguire più agevolmente i propri studi.

Che cosa ti insegna/ti ha insegnato la Scuola?
Essendo stata letteralmente catapultata da un contesto culturale molto semplice in uno straordinariamente ricco, ho avuto la fortuna di capire fin da subito che poter studiare è un privilegio, riuscire a farlo con profitto è una conquista.
In un mondo teso all’iperspecializzazione e all’iperframmentazione delle discipline, l’approccio fortemente interdisciplinare della Scuola mi ha insegnato ad addentrarmi in materie estremamente lontane dal mio ambito, con l’umiltà di non avere chiaro tutto, ma la consapevolezza che una mente estranea alla materia - ma curiosa - può dare una chiave di lettura nuova con cui affrontare le questioni più complesse.

Ultimo aggiornamento: 23/08/2017 15:12
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