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Perché iscriversi alla SSST - Intervista a Elisa Pettiti, studentessa di Giurisprudenza

Pubblicato: Sabato 1 aprile 2017

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La Scuola insegna che è sempre possibile imparare, non solo dai professori, ma anche – e soprattutto – dagli altri studenti, dentro e fuori le aule. Mi insegna che apprendere non significa incamerare nozioni in modo acritico, ma comporta l’acquisizione di un metodo e di una elasticità mentale applicabili alle situazioni più disparate, anche a quelle davvero lontane dalla nostra formazione».

Prima di tutto che corso di studio frequenti?
Frequento il corso di laurea in Giurisprudenza a ciclo unico e, attualmente, sono al quarto anno.

Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a frequentare/scegliere la Scuola?
Alla fine del Liceo (classico) sentivo l’esigenza di continuare a coltivare interessi che si spingessero al di là del corso di laurea scelto, per aspirare a una conoscenza che fosse il più possibile vasta e trasversale. La Scuola mi è parsa un’ottima opportunità, considerando anche le sfide del mondo attuale: curiosità, versatilità e interdisciplinarità sono armi fondamentali per muoversi in un panorama sempre più dinamico e interconnesso.
Proprio l’attenzione della Scuola al mondo e ai problemi che ci circondano mi ha spinto a optare per Torino, scartando altri percorsi universitari superiori maggiormente legati al corso di laurea scelto e volti ad approfondire materie di studio più che a fornire strumenti di interpretazione della realtà.

Usufruisci del posto in collegio? Se sì, che vantaggi ne trai (non solo in termini economici)
Sì, vivo presso una delle residenze Einaudi fin dal primo anno di Università. Il posto in Collegio rappresenta sicuramente un valore aggiunto all’esperienza della Scuola, amplificando i benefici dati dal coinvolgere studenti provenienti da tutti gli ambiti del sapere. Cosa può essere più stimolante di vivere con i propri coetanei, potendo sfruttare le pause dallo studio per uno scambio di pensieri e di conoscenze?  Il Collegio, ormai, è diventato una seconda casa e i suoi abitanti una seconda famiglia, variegata e bellissima. Si tratta di un’esperienza che consiglio a tutti per l’alto valore formativo culturale e anche personale, poiché contribuisce a definire l’identità di ciascuno di noi e a condividere momenti ed esperienze indimenticabili.

Quale valore aggiunto ti dà frequentare la Scuola?
Che cosa ti aspetti, anche dal punto vista delle opportunità lavorative?
Credo che il valore aggiunto principale sia dato dalla volontà della Scuola di trasmettere l’utilità di un approccio interdisciplinare allo studio e alle questioni della realtà. Senza coltivare la pretesa di una formazione a 360 gradi, la Scuola punta a fornire un metodo di interpretazione dei problemi applicabile a tutti i settori, favorendo l’elasticità mentale e la capacità di vedere le varie questioni non come compartimenti stagni, ma come vasi comunicanti. Credo che queste qualità siano molto apprezzate nel mondo del lavoro, dove si richiedono una brillantezza e una prontezza difficili da sfoggiare, se abituati alla rigidità e alla settorialità del mondo universitario. Ecco perché spero che la Scuola possa rappresentare un valore aggiunto anche nel momento in cui dovrò affrontare la selezione per un dottorato (attualmente il percorso post lauream che mi pare preferibile) o per un posto di lavoro.

Che cosa ti insegna/ti ha insegnato la Scuola?
La Scuola mi insegna che è sempre possibile imparare, non solo dai professori, ma anche – e soprattutto – dagli altri studenti, dentro e fuori le aule. Mi insegna che apprendere non significa incamerare nozioni in modo acritico, ma comporta l’acquisizione di un metodo e di una elasticità mentale applicabili alle situazioni più disparate, anche a quelle davvero lontane dalla nostra formazione. Mi insegna che impegnarsi per seguire tre corsi in più ogni anno e per mantenere i requisiti richiesti dà estrema soddisfazione, quando ci si rende conto del meccanismo di cui si fa parte e del privilegio che ci è stato concesso. Mi insegna che ognuno di noi è la Scuola, perché può cercare di cambiare gli aspetti negativi attraverso la partecipazione e l’impegno e può ritagliare, dalla stoffa di corsi e di opportunità offerta dalla Scuola stessa, l’abito su misura per la propria persona.

Un episodio significativo nella tua esperienza alla SSST?
Di certo quattro anni di esperienza sono difficili da riassumere in un solo episodio, ma penso che molto significativa sia la partecipazione degli studenti alle giornate di orientamento per le future matricole. Realizzare che molti dedicano le ore tra una lezione e l’altra all’orientamento, anziché riposarsi, mi rende personalmente molto orgogliosa di appartenere a una Scuola che dà molto ai suoi studenti, ma che gli studenti sono sempre pronti a ripagare. Ognuno cerca di trasmettere alle future matricole quella che è la propria esperienza, sottolineando l’appagamento che deriva dall’impegno e dalla passione.
La Scuola recupera, grazie a un ridotto numero di studenti e a un ambiente unico, quello che spesso si perde nelle affollate aule dell’Università: il senso del valore di ciascuno di noi e del contributo personale. Credo che guarderò con nostalgia a questi momenti, quando saranno solo un ricordo lontano, insieme a quello di questi anni di Università.

Ultimo aggiornamento: 13/04/2017 10:17
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